La mela della Val di Non
La mela della Val di Non racconta la sua alta qualità organolettica e il suo pregio. Da portare in tavola a fine pasto o da utilizzare per mille ricette differenti: scopriamo le sue caratteristiche.
Lo splendido scenario della Val di Non, in Trentino, oltre a regalare la visione del suo stupendo panorama naturale, è anche il luogo da cui arriva una mela di altissima qualità e che per alcune delle sue varietà ha meritato nel tempo il marchio DOP.
Scopriamo le caratteristiche di questo prodotto, il suo sapore inconfondibile e la sfiziosità di alcune preparazioni culinarie che permette di realizzare, a partire dai piatti tradizionali del luogo: tra tante vitamine, leggerezza e sapori prelibati, sceglieremo la nostra mela preferita.
Un posto incantevole
Il paesaggio offerto dalle bellezze naturali e artistiche della Val di Non vale davvero la pena di essere conosciuto.
Nella suggestione di un panorama che si disegna tra il lago artificiale, ma non meno affascinante, di Santa Giustina, la cornice dei colori dei meleti, del verde dei pascoli fino alla maestosità delle rocce delle Dolomiti del Brenta: guardarsi intorno diventa davvero una gioia non solo per lo sguardo, ma anche per lo spirito.
In questo contesto così peculiare e unico, da ammirare in tutta la sua grandezza, vengono coltivate le migliori mele italiane che nelle loro varietà Golden, Renetta, Red, Gaia, Morgenduft, Jonagold, Fuji, Braeburn, Pinova, comprese altre minori, hanno ottenuto il riconoscimento DOP.
La tradizione di un terreno fertile
La coltivazione delle mele in Val di Non è un fenomeno antichissimo, che vanta una storia lunga per lo meno duemila anni. Se, però, vogliamo restare in un intervallo di tempo più vicino, da molte fonti e documenti storici (tra cui la Carta di Regola che risale all’anno 1564) viene confermata la tradizione produttiva tipica di questo prodotto.
Il secondo dopoguerra è il periodo in cui la coltivazione di frutta si afferma in modo totale e in particolare concentrandosi proprio sulle mele. Le peculiarità dei terreni di questa zona sono tali da rendere un ambiente molto favorevole per la presenza di alcuni elementi, tra cui l’azoto, che si accompagna con condizioni climatiche molto adatte a questo tipo di coltivazione. E senza dimenticare il supporto dell’irrigazione continua, che viene effettuata da marzo fino ad ottobre.
Le mele che vengono così ottenute dovranno essere raccolte solo ed esclusivamente a mano e, quindi, dovranno essere confezionate con l’indicazione di provenienza, in modo che siano riconoscibili a tutti gli effetti come mele di Val di Non.
Quello che arriva sulle nostre tavole è un frutto di altissima qualità, dalle caratteristiche differenti per forma, colore e gusto a seconda delle varietà, tutte buonissime e di alto pregio. Dalle Golden gialle e dal gusto equilibrato fino a quello tipico delle Renette e passando per il sapore della Fuji, le mela che vanta origini giapponesi: non c’è davvero che l’imbarazzo della scelta.
Tanto gusto e tanti benefici
Mangiare una mela è davvero un’ottima abitudine e se rivolgiamo la nostra attenzione a quelle della Val di Non possiamo essere sicuri di regalare non solo una vera goduria al nostro palato, ma anche di apportare delle ottime proprietà nutrizionali a tutto il nostro organismo.
Questo frutto si caratterizza per essere una buona fonte di sali minerali, di fibre, di vitamine A e C e di zuccheri “buoni“, ossia quelli molto adatti anche a chi soffre di diabete e non vuole rinunciare al loro sapore dolce. E se tutti conosciamo le sue proprietà da questo punto di vista, è molto importante sottolineare che sono in grado anche di fornire una protezione per combattere le malattie cardiovascolari, quindi garantire un buon funzionamento cardiaco con la conseguente diminuzione dei rischi legati a questa patologie.
Un altro buon motivo per mangiare le mele è che contengono sostanze utili a combattere il famosissimo colesterolo cattivo ed è sempre più confermata la loro azione tonica a favore delle cellule nervose, aiutando nella prevenzione di malattie neurologiche degenerative. Altro punto a loro favore, importantissimo, è la presenza di quercetina che aiuta la produzione di ossigeno da parte dei polmoni. E nella loro buccia sono contenute sostanze in grado di fornire un prezioso aiuto contro il rischio del cancro al colon-retto.
Le mele della Val di Non in cucina
Sono ottime da gustare in ogni momento della giornata: per fare uno spuntino energetico al punto giusto, naturalmente sono ideali a fine pasto e in qualsiasi altra occasione proporranno sempre il loro sapore inconfondibile. Sono buonissime anche cotte, rendono unico un dolce genuino e tradizionale come la classica crostata per fare colazioni tutto gusto e bontà. E per i più golosi permettono di portare in tavola delle frittelle davvero molto sfiziose che si preparano facilmente e in pochi minuti.
La gastronomia della Val di Non propone, naturalmente, un ricettario pieno di pietanze a base di mele e che renderanno felice ogni palato. E tra questi piatti, davvero tutti molto invitanti, non potevamo non partire dai dolci e dal classico strudel che nella tradizione della Valle viene preparato utilizzando delle mele renetta a cui aggiungere delle noci tritate, uva sultanina, cannella e con il tocco finale di un poco di rum.
Possiamo, inoltre, trasformare il gusto dei classici muffin preparandoli aggiungendo all’impasto delle mele golden delicious tagliate a pezzettini. Ed è davvero ottimo il connubio con il cioccolato fondente e il gusto raffinato e peculiare della mela renetta Canada per portare in tavola una torta che è un vero trionfo di sapori.
Tanti altri accostamenti rendono l’effetto finale di pietanze golose e molto caratteristiche. Tra questi va sottolineato quello con la carne e in particolare con quella di maiale, il cui sapore genuino e intenso viene reso più leggero e sofisticato dal gusto della mela. E sempre per restare in tema di sapori aromatici, queste mele sono ottime per accompagnare anche la cacciagione. Se vogliamo realizzare, invece, un piatto ricercato per un contorno davvero unico, proviamo a cuocerle insieme con del cavolo rosso.
La mela di Biancaneve
Ricordate Biancaneve? Se tutti abbiamo in mente l’immagine della bellissima mela che le viene offerta nella famosa favola, sappiamo che viene descritta come una mela rossa, molto bella da vedere e sicuramente gustosa: una vera tentazione, tale da trarre la fanciulla nell’inganno che avrebbe dovuto essere mortale.
La mela di Biancaneve può essere identificata nella Red Delicious, varietà originaria degli Stati Uniti e che nella Val di Non ha trovato un ambiente favorevolissimo per la sua produzione.
E’ molto profumata, ha una buccia caratterizzata da una bellissima e molto intensa tonalità di rosso. E viene consigliato di mangiarla cruda a fine pasto. Se la preferiamo nella sua versione croccante, dobbiamo, però, gustarla nel periodo della raccolta, perché maturando acquista in morbidezza, oltre a regalare un sapore che diventa sempre più aromatico.
Pomaria
Dal nome evocativo (“pomarium” significa proprio frutteto), è l’evento che viene organizzato a Sanzeno, un bellissimo centro della Valle, in occasione del periodo del loro raccolto. La Festa delle mele è un appuntamento da vivere nell’atmosfera magica, colorata e piena di fascino del periodo autunnale